MUSICA E RUMORE
La musica, anche se soggettivamente gradevole, può essere causa di eventi dannosi quando il livello acustico a cui si è esposti è eccessivo; tali eventi dannosi si identificano con i danni uditivi ed extrauditivi da rumore. Non si possono definire soglie certe di danno o pericolo, ma soltanto limiti statisticamente accertati come potenzialmente lesivi; vi è infatti una grossa variabilità individuale per quanto riguarda la vulnerabilità da esposizione a rumore. Come dimostrato da molti studi, nel determinare i danni all’apparato uditivo è di fondamentale importanza, oltre al livello sonoro, il tempo di esposizione.
Infatti, dal punto di vista fisico, l’ammontare di energia assorbita dall’orecchio è il prodotto del livello sonoro per il tempo di esposizione. Ne consegue che un dato incremento del livello sonoro, associato ad un proporzionale decremento del tempo di esposizione, produrrà lo stesso rischio.
Così ad esempio, se si incrementa di 3 dB il livello sonoro (che significa raddoppiare la pressione sonora) si dovrà dimezzare il tempo di esposizione per non aumentare il rischio a cui si è esposti.
Negli ultimi anni l'ascolto di musica in ambienti ludici è diventato un pericolo per l’udito poiché può raggiungere livelli estremamente elevati e perché un numero crescente di persone vi è esposto, in particolare i giovani.
Il rumore negli ambienti di divertimento presenta problemi sanitari per le seguenti considerazioni:
- l’ascolto della musica ad alto volume per alcune ore, come avviene in discoteca, determina una temporanea diminuzione della capacità uditiva, torpore e deconcentrazione; tali condizioni rappresentano spesso una concausa degli incidenti stradali all’uscita dalle discoteche;
- si può indurre una sorta di abitudine, o assuefazione, all’ascolto della musica ad alti volumi;
- tali alti livelli sonori, che possiamo definire “superflui” e che potrebbero essere facilmente evitabili, vanno a sommarsi a quelli già in eccesso a cui siamo quotidianamente sottoposti nelle città, sia di giorno che di notte.
MUSICA IN DISCOTECA
Il D.P.C.M. n° 215/99 “Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi” e succ. modifiche ha introdotto limiti di pressione sonora a cui gli avventori possono essere esposti all’interno dei locali, pari a LAsmax 102 dB(A) e LAeq 95 dB(A). Questi limiti valgono per le discoteche e per i luoghi in cui si tengono spettacoli e concerti.
Per approfondire le conoscenze sul clima acustico nelle discoteche, il Dipartimento Prevenzione della ASF ha realizzato dal 2003 al 2005 lo studio “Rilevazione del clima acustico all’interno dei locali di intrattenimento danzante”, nelle zone Nord/Ovest e Mugello, consistente in verifiche della documentazione tecnica e del livello di pressione sonora su un campione di locali da ballo, allo scopo di appurare il rispetto dei limiti del D.P.C.M. n° 215/99.
A tutti i locali censiti (17) è stata inviata la richiesta di documentazione tecnica. E’ stato sottoposto a controllo fonometrico il 60% delle attività presenti nel territorio in studio (10/17). La scelta del campione è stata eseguita sulla base di criteri di capacità recettiva, potenzialità dell’impianto elettroacustico e tipologia di locale (discoteche, balere, etc.). Le ispezioni e le rilevazioni fonometriche sono state effettuate in una prima fase a locale chiuso (in orario diurno, senza avventori) concordando il rilievo con il gestore, e successivamente a locale aperto (in orario notturno con avventori) senza preavviso. Le rilevazioni fonometriche sono state eseguite al centro pista e nella zona di calma (tavolini).
I risultati dell’indagine sono stati i seguenti:
- Il 71% dei gestori (12 unità) ha inviato la documentazione richiesta.
- Le relazioni tecniche esaminate hanno evidenziato carenze rispetto alla normativa nel 25% dei casi (3 unità).
- I rilievi a locale chiuso sono stati eseguiti nel 41% di quelli censiti (7 unità).
- Tali rilievi hanno evidenziato rispetto della normativa nel 57% dei casi (4 locali), mentre nel 43% (3 locali) hanno evidenziato irregolarità.
- Le irregolarità evidenziate sono costituite nel 66% dei casi dal superamento dei limiti sonori; nel 34% dalla mancanza del limitatore protetto.
- I superamenti rilevati sono stati consistenti, arrivando fino ad un livello pari a LAsmax 107,1 dB(A) rispetto al valore LAsmax 102,0 dB(A) indicato dalla normativa come livello massimo consentito.
- I rilievi a locale aperto sono stati seguiti nel 17,6% di quelli censiti (3 unità).
- Si è rilevato il superamento dei limiti sonori in 1 caso (33,3%).
- Il superamento registrato è stato anche in questo caso rilevante, raggiungendo un livello pari a LAsmax 106,4 dB(A).
MUSICA IN PALESTRA
Il connubio tra musica e sport sta ormai diventando sempre più stretto. Ogni pratica sportiva ha la propria musica d’elezione: così esiste la musica per il fitness, acquafitness, spinning, cardiobike, acquagym, aerobica, piscina, ecc.
Nel biennio 2006-2007 la U. F. Igiene e Sanità Pubblica della Zona Nord/Ovest ha condotto lo studio “Rilevazione del clima acustico all’interno di strutture collettive per la popolazione (palestre-piscine)” finalizzato ad approfondire analiticamente i livelli sonori su un campione di strutture presenti nel territorio. Diversamente dalle discoteche, per queste strutture non esistono norme che ne regolano la rumorosità interna, se non alcune indicazioni del CONI inerenti i limiti di rumorosità degli impianti di climatizzazione, aerazione, ecc. e, per quanto riguarda le piscine, l’Accordo Stato-Regioni del 16/01/2003 che prevede un limite massimo pari a 1,6 sec. per il tempo di riverberazione.
Dal censimento delle unità locali sul territorio di competenza, sono risultate presenti 16 palestre e 6 piscine (di cui 2 annesse a palestre). I rilievi fonometrici sono stati effettuati in un campione di 5 piscine e 7 palestre. Nelle piscine sono stati effettuati rilievi di rumore durante lo svolgimento delle attività di acquagym e di hydrobike, essendo quelle che con più frequenza utilizzano musica per il loro svolgimento. Nelle palestre, essendo più numerose le attività che utilizzano musica, le misure eseguite hanno riguardato più attività: step, pump, training zone, spinning.
I risultati dell’indagine sono stati i seguenti:
- Nelle piscine, durante le attività di acquagym e hydrobike, il valore del parametro LAsmax è risultato sempre inferiore a 102 dB(A), limite previsto per le discoteche dal D.P.C.M. n° 215/99 e preso come riferimento per questa indagine.
- Nelle palestre, la rumorosità misurata durante le attività sportive a corpo libero (step, pump, training zone) ha evidenziato valori del parametro LAsmax sempre inferiori al limite di 102 dB(A), mentre l’attività di spinning supera in maniera quasi costante il valore di 102 dB(A).
CONCLUSIONI
L’esposizione al rumore è la maggior causa di danni uditivi a livello mondiale. I rischi di danno uditivo sono legati al livello sonoro ed al tempo di esposizione.
L’esposizione a livelli sonori superiori a 80 dB(A) per 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana è considerato un rischio potenziale: questo è il limite per il quale i regolamenti adottati dai paesi della UE prevedono l’adozione di interventi correttivi per la protezione dal rumore nei luoghi di lavoro.
Si stima che nei paesi industrializzati, nel corso degli ultimi 20 anni, mentre il numero degli esposti al rumore occupazionale è decresciuto, il numero dei giovani esposti al rumore “sociale” sia triplicato; parallelamente, si è registrato un incremento drammatico e diffuso di lesioni uditive. In Italia, gli ipoacusici rappresentano il 12% della popolazione con un incremento medio annuo del 5% interessante prevalentemente i giovani che quindi nel 2010 saranno il 27% contro il 22% di ipoacusici legati alla terza età.
La diminuzione dei livelli sonori nei locali da ballo può rappresentare un efficace sistema per contribuire alla prevenzione di effetti dannosi, non solo a carico dell’udito. Infatti, l’esposizione ad alti livelli sonori, uniti all’eventuale assunzione di alcolici, all’uso di sostanze psicoattive, all’eccessiva sollecitazione dell’apparato visivo con luci psichedeliche, come avviene all’interno delle discoteche, può costituire una importante concausa degli incidenti stradali che troppo spesso si verificano all’uscita dai locali.
Mentre lo studio europeo riporta per i lettori MP3 livelli medi equivalenti (LAeq) fra 80 e 115 dB(A), in Europa è vigente la norma CEI EN 50332 che prevede per gli auricolari dei lettori MP3 l’emissione di un livello sonoro massimo di 100 dB.
Tale limitazione non è sufficiente a tutelare gli utilizzatori qualora venga fatto un uso scorretto dell’apparecchio (es. ascolto ad alto volume o per un tempo eccessivo). La Commissione Europea prevede di organizzare a Bruxelles, all’inizio del 2009, una conferenza con gli Stati membri, i rappresentanti dell’industria, i consumatori e tutte le parti interessate per la valutazione dei dati emersi dallo studio e delle possibili soluzioni tecniche da adottare per ridurre al minimo il rischio uditivo. Potrebbero inoltre essere contemplati ulteriori interventi normativi o la revisione degli attuali standard di sicurezza.
In alcuni studi americani condotti nei centri di fitness sono stati riscontrati livelli sonori che raggiungevano 110 dB durante gli esercizi di aerobica; in altri variavano tra 78 e 106 dB, mentre gli utenti e gli istruttori esaminati riferivano perdite uditive fluttuanti ed acufeni.
Si può ipotizzare che le persone che partecipano in palestra ad attività di spinning per 2–3 volte alla settimana siano esposte ad un rumore pari o superiore, anche se distribuito nel tempo, rispetto a chi frequenta nel fine settimana una discoteca.
Questo dato è avvalorato anche dalle indagini eseguite dalla ASF sul clima acustico all’interno delle discoteche e degli impianti sportivi messe a confronto nel Grafico sottostante. Potrebbe essere interessante estendere questo confronto anche ad altri ambienti particolarmente frequentati dai giovani, come ad esempio le scuole di danza moderna, i negozi di abbigliamento sportivo e di tendenza, i negozi di elettronica ed hi-fi, in cui la musica è spesso diffusa ad alti livelli sonori.
Compatibilmente con lo svolgimento delle attività di servizio, in corso e programmate, ci si auspica di poter avviare, in tempi relativamente brevi, tali nuove indagini associandole anche a rilievi di controllo nelle strutture più rumorose oggetto delle precedenti indagini, per valutare l’idoneità degli interventi e dei provvedimenti adottati.
Per chi vuole approfondire Il testo integrale dello studio è reperibile a questo link:
http://www.arpat.toscana.it/arpatnews/2009/027-09-rischi-per-ascolto-musica
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