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Peggiora ad esempio la già difficile condizione dei grandi mammiferi marini. Queste specie usano i suoni, talvolta su lunghe distanze, per comunicare, cercare cibo e per l'accoppiamento.
La notizia giunge in concomitanza con nuove preoccupazioni: si teme, infatti, che il livello crescente di biossido di carbonio (CO2) , risultato della combustione dei combustibili fossili, possa peggiorare i livelli di inquinamento acustico proveniente dalle attività umane in aumento.
E' quanto affermato dal Foro Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change) che ha istituito dal Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e l'Organizzazione Meteorologica Mondiale chee hanno segnalato, nel loro ultimo rapporto, il livello crescente di acidità o ''acidificazione'' dei mari e degli oceani.
Inoltre, ricercatori del Monterey Bay Aquarium, Istituto di Ricerca statunitense, ipotizzano altresi' che l'aumento di acidità degli oceani possa causare anche l'aumento dell'inquinamento acustico nell'ambiente marino.
Infatti, il cambiamento nella composizione chimica dell'acqua del mare equivarrebbe, attualmente, a una diminuzione del 10% della sua capacità di assorbire i suoni a bassa frequenza, rispetto a prima della Rivoluzione Industriale.
Si pensa che la soluzione sia che i governi e l'industria debbano esortare ad adottare motori più silenziosi per le imbarcazioni, regole più ferree sull'uso dei survey sismici nella ricerca di giacimenti di petrolio e di gas e tecnologie sonar innovative e meno invasive da parte delle marine militari.
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