Per meglio comprendere quale sia l´impatto dell'inquinamento acustico negli ambienti di vita sulla salute della popolazione esposta, è necessario partire dal concetto stesso di "salute".
Con questo termine, secondo una definizione dell'OMS del 1946, si deve intendere uno stato di completo benessere psico-fisico e sociale e non semplicemente l´assenza di malattie. Un ambiente acustico sfavorevole costituisce, pertanto, una condizione di pregiudizio per una buona qualità della vita.
Il danno provocato dal rumore a carico dell'apparato uditivo può essere di tipo acuto quando si realizza in un tempo breve a seguito di una stimolazione particolarmente intensa (scoppio, esplosione ecc.) e di tipo cronico quando evolve nel corso degli anni a seguito di un´esposizione prolungata ad elevati livelli di rumore; quest'ultima condizione di rischio si ha, tipicamente, nel caso dell´esposizione professionale in determinati ambienti di lavoro.
Va però ricordato che un fenomeno importante come la socioacusia, cioè il danno all´udito dovuto all´esposizione al rumore negli ambienti di vita, pare stia assumendo una certa rilevanza nella maggior parte dei paesi industrializzati, soprattutto come conseguenza dell´esposizione al rumore durante attività di tipo ricreativo quali ad esempio l'ascolto di musica ad alto volume, ma anche la pratica di taluni sport (ad es: sport motoristici).
Ma il rumore ambientale può dar luogo ad una serie di altri effetti, fra i quali il disturbo del sonno e del riposo, l´interferenza con la comunicazione verbale, effetti psicofisiologici (ad es.: psicoendocrini, cardiovascolari,...), effetti sulla salute mentale, effetti sulle prestazioni e sull'apprendimento, oltre al disturbo o fastidio genericamente inteso (annoyance) definito come un "sentimento di scontentezza riferito al rumore che l´individuo sa o crede che possa agire su di lui in modo negativo" (Cosa e Nicoli, 1989).
Gli effetti dell'esposizione al rumore ambientale non sono sempre facilmente quantificabili: ad esempio, i dati esistenti riguardo ad alcuni effetti sull´organismo, quali gli effetti psicofisiologici, conducono talora a risultati ambigui e sono pertanto necessari ulteriori studi ed approfondimenti per meglio comprendere il rischio a lungo termine associato all'esposizione al rumore.
Per studiare gli effetti di disturbo derivanti dall'esposizione al rumore viene comunemente utilizzata la tecnica delle inchieste socio-acustiche, che hanno come obiettivo l'analisi delle relazioni che esistono tra i livelli di rumore e la reazione soggettiva e comportamentale di campioni di popolazione esposta. Un´inchiesta socio-acustica è costituita dall'insieme di interviste con idonei questionari ad un campione significativo di popolazione esposta a rumore e di una serie di misure acustiche volte a caratterizzare il livello di esposizione in facciata degli edifici di residenza: l'integrazione delle informazioni desunte dalle due attività parallele consente di studiare quale sia la "forza" della relazione che esiste tra la causa - il rumore- e l'effetto - le reazioni della collettività -.
La Direttiva europea 2002/49/CE prevede che gli effetti nocivi derivanti dall'esposizione a rumore, ed in particolare annoyance e disturbi del sonno, possano essere determinati attraverso opportune relazioni dose-effetto. Nel corso del 2002 è stato pubblicato, a tale proposito, il "position paper" del WG2 (Gruppo di lavoro, istituito dalla Commissione Europea e composto da esperti internazionali) Dose/Effect (Position Paper on dose response relationships between transportation noise and annoyance, EU´s Future Noise Policy, WG2 Dose/Effect, 2002).
Nel documento vengono indicati i descrittori da utilizzare sia per ciò che concerne l'annoyance, sia per quanto riguarda l´esposizione al rumore e vengono raccomandate specifiche relazioni per la stima dellannoyance a partire dai livelli di esposizione delle abitazioni, differenziando per tipologia di sorgente (aerei, traffico stradale, ferrovie). Da tali relazioni si conferma peraltro quanto già emerso a livello internazionale e cioè che, a parità di livelli sonori, il rumore derivante dal traffico aereo è più disturbante del rumore dovuto al traffico stradale e che quest'ultimo è più disturbante del rumore da traffico ferroviario.
In seguito, nel 2004, è stato pubblicato anche un "position paper" sulle relazioni dose-effetto per il rumore notturno, frutto del lavoro del WG Health & Socio-Economic Aspects. In tale documento, vengono definite le curve che pongono in relazione gli effetti di disturbo del sonno (valutati direttamente dal soggetto disturbato) ed i livelli di rumore LAeq night prodotti da differenti tipologie di traffico (aereo, ferroviario, stradale): anche in questo caso il rumore da traffico aereo risulta significativamente più disturbante - ed il rumore da traffico ferroviario meno disturbante - del rumore da traffico stradale.
Riferimenti Bibliografici
"Guidelines for Community Noise", Berglund B., Lindvall T., Schwela D.H., (eds.), World Health Organization, 1999
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